giovedì 1 marzo 2012

Citazioni "a caso"


Quello che ho scritto qualche tempo fa, si è riversato su di me. Per fortuna ora sto recuperando, ma vorrei concedervi l'assaggio di uno spezzone dal mio "romanzo" (diciamo così!) che scrivo da ormai troppi anni e che non è ancora finito.
Si associa bene al post La Pazienza ed è strano come si sia così adeguato alla realtà...

- Che cosa sono diventata io? Chi sono adesso? Sono francese, inglese, nobile, del terzo stato, uomo, donna... chi sono?
Dall’oscurità giunse un volto che si pose di fianco alla lanterna che penzolava a destra e a sinistra a destra e a sinistra, ma sembrò non muoversi con quell’individuo. Era il dottor Howly.Stette in silenzio appoggiato ad una colonna con le braccia incrociate e attese che i miei occhi lo riconoscessero. Questo accadde immediatamente, ma volsi lo sguardo in basso senza proferire una parola. Si fece avanti, prese un bugliolo e si sedette di fianco alla mia branda.- A che cosa state pensando?
Rimasi a fissare la coperta con cui stavo nervosamente giocando e poi alzai gli occhi verso lui: la luce fievole non rendeva giustizia a quel suo bel viso dai lineamenti sicuri, a quei capelli che sembravano non risentire della salsedine del mare, a quel suo sguardo, in quel momento interrogativo.
- Non riesco a capacitarmi...
- Di che cosa madame?
- Vi prego smettetela...
- Pardon?
- Monsieur, non create ulteriore confusione nella mia mente, vi prego!
[...]
- È incredibile...
- Lo credete davvero? Io sono stufa di cambiare continuamente identità, paese, rango sociale, famiglia... Vengo sballottata in continuazione senza sapere dove, come, quando e perché avvengono le cose e... voi mi venite a guardare con quella faccia inebetita??
La sua espressione non cambiò minimamente.
Io continuai:
- Potrei essere la regina d’India e nessuno mi verrebbe a dire niente. Perché non mi chiedete chi sono?? Perché non siete interessati a sapere se sono veramente io la persona che conoscete oppure no? - Pensai un attimo - Ma non so nemmeno chi è “io”.
- Io credo che lo sappiate...
Lo guardai interrogandolo, ma fu inutile, mi rimisi a giocare nervosamente con la coperta [...]



Per una volta...

    non vorrei accogliere,
    ma essere accolta.